lunedì 13 gennaio 2014

Le azioni umane

Sintesi della Morale Cattolica
 
La morale si occupa delle azioni umane. Le vere azioni umane sono quelle che scaturiscono dalla libera volontà dell’uomo.
Ma l’uomo è davvero libero? Certamente si, inequivocabilmente: posso volere una mela o una pera, o anche non volere nulla. I vari condizionamenti (famiglia, scuola, abitudini) nella maggioranza dei casi non tolgono la libertà, ma la possono solo limitare. È necessario dunque affermare che la libertà di base rimane, e tutti abbiamo l’esperienza, nonostante i condizionamenti, che possiamo agire di nostro arbitrio.
Concesso quindi che la vera azione umana è quella libera, la morale non guarda se la nostra azione è importante o meno, se è efficace o meno, se è applaudita o meno. Ciò che conta per la morale è se l’azione che stiamo facendo è buona o cattiva. Dire quindi che le azioni sono morali o immorali equivale a dire che le azioni sono buone o cattive.
Tutte le parabole di Gesù, in particolare quella del buon samaritano (Lc 10, 30 ss.), indicano quali sono le azioni buone che vanno fatte, e quali le cattive che vanno evitate.
 
4. Di quali azioni si occupa la morale?
La morale si occupa delle azioni umane, cioè di quelle azioni che l’uomo compie con coscienza e deliberazione, e che quindi impegnano la sua libertà e la sua responsabilità.
5. Che cos’è la libertà?
La libertà è il potere, radicato nella ragione e nella volontà, di agire o di non agire, oppure di fare una cosa piuttosto che un’altra. Essa mette la persona in grado di poter comandare a se stessa.
6. Vi sono dei fattori che possono intaccare la libertà e la responsabilità dell’uomo?
La libertà e la responsabilità dell’uomo possono essere sminuite o annullate dall’ignoranza, dalla violenza, dal timore e dai vari condizionamenti psichici o sociali.
7. L’ignoranza attenua sempre la responsabilità di una colpa?
L’ignoranza attenua o addirittura toglie la responsabilità di una colpa nella misura in cui è essa stessa incolpevole.
8. Anche le passioni diminuiscono la responsabilità?
Le passioni, cioè quelle emozioni o moti della sensibilità che spingono ad agire o a reagire in modo istintivo, diminuiscono la responsabilità solo quando sono subite involontariamente. Quando invece sono alimentate volontariamente, di solito accrescono la responsabilità.
9. Qual è l’influsso delle abitudini sulla responsabilità?
Come le passioni, così anche le abitudini possono diminuire o aumentare la responsabilità a seconda che sono subite involontariamente, oppure coltivate volontariamente.
10. In base a che cosa possiamo dire che un’azione umana è buona o cattiva?
La bontà o meno di un’azione umana dipende da tre fattori: dall’oggetto, dalle circostanze e dal fine.
11. Che cos’è l’oggetto?
L’oggetto, o contenuto, è il bene, vero o presunto, su cui si porta direttamente l’azione.
12. Che cosa sono le circostanze?
Sono le varie situazioni che si aggiungono all’oggetto, o contenuto, modificandone in certa misura il valore morale.
13. Che cos’è il fine?
Il fine, detto anche intenzione, è ciò a cui tende l’uomo nel compiere una data azione.
14. In che modo questi tre fattori fanno si che un’azione umana sia buona o cattiva?
Perché una data azione sia moralmente buona devono essere buoni tutti e tre fattori.
Perché sia invece più o meno cattiva basta che sia più meno cattivo uno solo di essi.
15. Non è dunque vero che ciò che conta è solo l’intenzione?
Un’intenzione buona non può mai rendere buono ciò che è in se stesso cattivo. Il fine non giustifica i mezzi.
16. Ci sono dunque delle azioni che non è mai lecito compiere, nemmeno con le migliori intenzioni?
Nel caso in cui l’oggetto o contenuto dell’azione sia intrinsecamente cattivo non è mai lecito, neppure con le migliori intenzioni: per esempio non è mai lecito, in nessun caso, uccidere un innocente.
17. Che cos’è la coscienza?
La coscienza è il giudizio della ragione mediante il quale la persona valuta se l’azione che sta per compiere, o che ha già compiuta, è buona o cattiva.
18. Come si può qualificare la coscienza?
La coscienza può essere vera (retta) o falsa (erronea).
19. Che cosa significa questa distinzione?
La coscienza è vera o falsa a seconda che il suo giudizio concorda o meno con la verità obbiettiva della legge morale.
20. È sempre peccato andare contro la coscienza?
Si, è sempre peccato. E il peccato è grave se l’oggetto o contenuto dell’azione è giudicato grave.
21. Se si segue la propria coscienza (e quindi si è in buona fede), ma si compiono di fatto azioni oggettivamente cattive, si commette peccato?
Si commette peccato quando si è colpevoli della propria ignoranza e della conseguente incapacità di dare una corretta valutazione delle proprie azioni. E ciò di frequente, perché non tutti si preoccupano di istruirsi e di educare la loro coscienza.
22. Come si educa la propria coscienza?
Seguendo e approfondendo l’insegnamento della Chiesa, che è la nostra Madre nella Fede ed è stata incaricata da Nostro Signore Gesù Cristo di istruire i battezzati nella verità.
23. Che cosa deve fare chi si trova nel dubbio di coscienza?
Chi si trova nel dubbio di coscienza, prima di agire deve chiarire il dubbio. Non è mai lecito compiere un’azione se si dubita che essa sia un peccato.
 

Nessun commento:

Posta un commento