lunedì 13 gennaio 2014

Giovanni Paolo II

Biografia

Giovanni Paolo II è stato il 264° Papa (263° Successore di Pietro).

Karol Józef Wojtyła, eletto Papa il 16 ottobre 1978, nacque a Wadowice, città a 50 km da Cracovia, il 18 maggio 1920.
Era il secondo dei due figli di Karol Wojtyła e di Emilia Kaczorowska, che morì nel 1929. Suo fratello maggiore Edmund, medico, morì nel 1932 e suo padre, sottufficiale dell’esercito, nel 1941.
A nove anni ricevette la Prima Comunione e a diciotto anni il sacramento della Cresima. Terminati gli studi nella scuola superiore Marcin Wadowita di Wadowice, nel 1938 si iscrisse all’Università Jagellónica di Cracovia.
Quando le forze di occupazione naziste chiusero l’Università nel 1939, il giovane Karol lavorò (1940-1944) in una cava ed, in seguito, nella fabbrica chimica Solvay per potersi guadagnare da vivere ed evitare la deportazione in Germania.
A partire dal 1942, sentendosi chiamato al sacerdozio, frequentò i corsi di formazione del seminario maggiore clandestino di Cracovia, diretto dall’Arcivescovo di Cracovia, il Cardinale Adam Stefan Sapieha. Nel contempo, fu uno dei promotori del "Teatro Rapsodico", anch’esso clandestino.
Dopo la guerra, continuò i suoi studi nel seminario maggiore di Cracovia, nuovamente aperto, e nella Facoltà di Teologia dell’Università Jagellónica, fino alla sua ordinazione sacerdotale a Cracovia il 1 novembre 1946. Successivamente, fu inviato dal Cardinale Sapieha a Roma, dove conseguì il dottorato in teologia (1948), con una tesi sul tema della fede nelle opere di San Giovanni della Croce. In quel periodo, durante le sue vacanze, esercitò il ministero pastorale tra gli emigranti polacchi in Francia, Belgio e Olanda.
Nel 1948 ritornò in Polonia e fu coadiutore dapprima nella parrocchia di Niegowić, vicino a Cracovia, e poi in quella di San Floriano, in città. Fu cappellano degli universitari fino al 1951, quando riprese i suoi studi filosofici e teologici. Nel 1953 presentò all’Università cattolica di Lublino una tesi sulla possibilità di fondare un’etica cristiana a partire dal sistema etico di Max Scheler. Più tardi, divenne professore di Teologia Morale ed Etica nel seminario maggiore di Cracovia e nella Facoltà di Teologia di Lublino.
Il 4 luglio 1958, il Papa Pio XII lo nominò Vescovo titolare di Ombi e Ausiliare di Cracovia. Ricevette l’ordinazione episcopale il 28 settembre 1958 nella cattedrale del Wawel (Cracovia), dalle mani dell’Arcivescovo Eugeniusz Baziak.
Il 13 gennaio 1964 fu nominato Arcivescovo di Cracovia da Paolo VI che lo creò Cardinale il 26 giugno 1967.
Partecipò al Concilio Vaticano II (1962-65) con un contributo importante nell’elaborazione della costituzione Gaudium et spes. Il Cardinale Wojtyła prese parte anche alle 5 assemblee del Sinodo dei Vescovi anteriori al suo Pontificato.
Viene eletto Papa il 16 ottobre 1978 e il 22 ottobre segue l'inizio solenne del Suo ministero di Pastore Universaledella Chiesa.
Dall’inizio del suo Pontificato, Papa Giovanni Paolo II ha compiuto 146 visite pastorali in Italia e, come Vescovo di Roma, ha visitato 317 delle attuali 332 parrocchie romane. I viaggi apostolici nel mondo - espressione della costante sollecitudine pastorale del Successore di Pietro per tutte le Chiese - sono stati 104.
Tra i suoi documenti principali si annoverano 14 Encicliche, 15 Esorta-zioni apostoliche, 11 Costituzioni apostoliche e 45 Lettere apostoliche. A Papa Giovanni Paolo II si ascrivono anche 5 libri: "Varcare la soglia della speranza" (ottobre 1994); "Dono e mistero: nel cinquantesimo anniversario del mio sacerdozio" (novembre 1996); "Trittico romano", meditazioni in forma di poesia (marzo 2003); "Alzatevi, andiamo!" (maggio 2004) e "Memoria e Identità" (febbraio 2005).
Papa Giovanni Paolo II ha celebrato 147 cerimonie di beatificazione - nelle quali ha proclamato 1338 beati - e 51 canonizzazioni, per un totale di 482 santi. Ha tenuto 9 concistori, in cui ha creato 231 (+ 1 in pectore) Cardinali. Ha presieduto anche 6 riunioni plenarie del Collegio Cardinalizio.
Dal 1978 ha convocato 15 assemblee del Sinodo dei Vescovi: 6 generali ordinarie (1980, 1983, 1987, 1990; 1994 e 2001), 1 assemblea generale straordinaria (1985) e 8 assemblee speciali (1980, 1991, 1994, 1995, 1997, 1998 [2] e 1999).
Nessun Papa ha incontrato tante persone come Giovanni Paolo II: alle Udienze Generali del mercoledì (oltre 1160) hanno partecipato più di 17 milioni e 600mila pellegrini, senza contare tutte le altre udienze speciali e le cerimonie religiose (più di 8 milioni di pellegrini solo nel corso del Grande Giubileo dell’anno 2000), nonché i milioni di fedeli incontrati nel corso delle visite pastorali in Italia e nel mondo; numerose anche le personalità governative ricevute in udienza: basti ricordare le 38 visite ufficiali e le altre 738 udienze o incontri con Capi di Stato, come pure le 246 udienze e incontri con Primi Ministri.
Muore a Roma, nel suo alloggio nella Città del Vaticano, alle ore 21.37 di sabato 2 aprile 2005. I solenni funerali in Piazza San Pietro e la sepoltura nelle Grotte Vaticane seguono l'8 aprile.


Segreto di Fatima e Attentato di Giovanni Paolo II 

Di seguito, alcuni estratti del volume “Una vita con Karol”, la straordinaria testimonianza del Cardinale Stanislaw Dziwisz, l’uomo che per vari decenni è stato l’ombra di Wojtyła.
Pubblicato dalla Rizzoli e dalla Libreria Editrice Vaticana, il volume di memorie dell’attuale Arcivescovo di Cracovia è una lunga conversazione col giornalista Gian Franco Svidercoschi.
I passaggi sono estratti dal capitolo 19 (“Quei due colpi di pistola”), dal capitolo 20 (“Ma chi ha armato la mano?”) e dal capitolo 26 (“E cadde il Muro”).
* * *
Ecco come don Stanislao racconta la “scoperta” di una relazione tra l'attentato del 13 maggio 1981 e il terzo segreto di Fatima
Per la verità, a Fatima Giovanni Paolo II non aveva mai pensato nei giorni immediatamente successivi all'attentato. Solo più tardi, dopo essersi ripreso e aver riacquistato un po' le forze, aveva cominciato a riflettere su quella a dir poco singolare coincidenza. Sempre il 13 maggio! Un 13 maggio, nel 1917, il giorno della prima delle apparizioni della Vergine a Fatima, e un 13 maggio il giorno in cui avevano tentato di ucciderlo.
Alla fine, il Papa si decise. Domandò di poter vedere il terzo «segreto», che era conservato nell' Archivio della Congregazione per la Dottrina della Fede. E il18 luglio, se non vado errato, l'allora prefetto della Congregazione, il cardinale Franjo Seper, consegnò due buste - l'una con il testo originale di suor Lucia in portoghese, l'altra con la traduzione in italiano - a monsignor Eduardo Martinez Somalo, Sostituto della Segreteria di Stato, il quale le portò al Gemelli. Erano i giorni del secondo ricovero in ospedale. Fu lì che il Santo Padre lesse il «segreto», e, una volta letto, non ebbe più dubbi. In quella «visione» aveva riconosciuto il proprio destino; si convinse che la vita gli era stata salvata, anzi, gli era stata nuovamente donata grazie all'intervento della Madonna, alla sua protezione.
Sì, è vero, il «vescovo vestito di bianco» era stato ucciso, come riferito da suor Lucia; mentre Giovanni Paolo II era scampato a una morte quasi certa. E allora? Non poteva invece voler dire proprio questo? Che i percorsi della storia, dell' esistenza umana, non sono per forza prestabiliti? E dunque, che esiste una Provvidenza, una «mano materna», capace anche di far «sbagliare» chi ha puntato la sua pistola con la sicurezza di uccidere?
«Dna mano ha sparato e un'altra ha guidato la pallottola» diceva il Santo Padre. E oggi quella pallottola, resa per sempre «innocua», è incastonata nella corona della statua della Madonna di Fatima.
[Pagg. 121-122]

Chi ha armato la mano di Alì Agca
Alì Agca era un killer perfetto. Mandato da chi giudicava che il Papa fosse pericoloso, scomodo. Da chi aveva paura di lui, di Giovanni Paolo II. Da chi si era immediatamente spaventato, tanto spaventato, all'annuncio che era stato eletto un Papa polacco. E dunque? Come non pensare al mondo comunista? Come non arrivare, risalendo su su a chi aveva deciso l'attentato, come non arrivare, almeno in linea di ipotesi, al Kgb? Bisogna tenere presenti tutti gli elementi di quello scenario. L'elezione di un Papa inviso al Cremlino; il suo primo ritorno in Patria; l'esplosione di Solidarnosc. Oltretutto, in quel momento, la Chiesa polacca stava perdendo il suo grande primate, il cardinale Wyszynski, ormai in fin di vita. Ecco: non porta tutto verso quella direzione? Le vie, anche se diverse, non conducono verso il Kgb?
( ... ) Infatti non si credeva alla «pista bulgara», né a tante altre ricostruzioni messe in giro. Come quella relativa alla scomparsa di Emanuela Orlandi, in cui la stampa, con l'aiuto di qualche mitomane, voleva per forza accreditare l'ipotesi di una connessione con l'attentato, con il Vaticano, con il Papa. Ma non c'era nessun collegamento oggettivo, diretto o indiretto. Di vero c'era solo l'angoscia del Santo Padre per la sorte di quella povera ragazza, e la sua cristiana solidarietà per la famiglia così in pena.
[Pagg. 125-126]

La caduta del Muro di Berlino nel 1989 e le rivelazioni di Fatima
Giovanni Paolo II non se lo aspettava. Sì, certo, riteneva che quel «sistema», in quanto socialmente ingiusto ed economicamente inefficiente, fosse destinato, prima o poi, a crollare. Ma l'Unione Sovietica restava pur sempre una potenza geopolitica, militare, nucleare. E perciò, non considerandosi un profeta, come diceva scherzando, il Santo Padre non si attendeva che la caduta del comunismo avvenisse tanto presto. E, soprattutto, che il movimento di liberazione potesse essere così rapido e incruento.
( ... ) Il Santo Padre la considerava una delle più grandi rivoluzioni della storia. Anzi, leggendola in una dimensione di fede, la accolse come un intervento divino. Come una grazia. Per lui, la caduta del comunismo e la liberazione delle nazioni dal giogo del totalitarismo marxista erano indubbiamente legate alle rivelazioni di Fatima, all'affidamento del mondo e in particolare della Russia alla Madonna, come Lei stessa aveva chiesto alla Chiesa e al Papa. «Se accetteranno le mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace; se no, spargerà i suoi errori per il mondo ... » c'era scritto nelle prime due parti del «segreto».
E così, il 25 marzo 1984, in piazza San Pietro, davanti alla statua della Madonna portata appositamente da Fatima, e in unione spirituale con tutti i vescovi del mondo, Giovanni Paolo II aveva compiuto l'atto di consacrazione a Maria. Senza nominare espressamente la Russia, ma alludendo chiaramente alle nazioni che «hanno particolarmente bisogno». Era stato così realizzato il desiderio della Madonna. E, proprio allora, erano cominciati i primi episodi di sgretolamento del mondo comunista.

Riflessioni

[...] La santità è il dono di Dio, ma è anche il compito dell’uomo. Quel quotidiano superare se stessi e i propri limiti, quella sorprendente domanda «Lo dici a me? », colta sulla bocca di Matteo, che ci fa arrossire. Una domanda che ci fa sentire rivestiti della fiducia di Dio, che ci spaventa e che però ci mette anche le ali... Ecco la fatica di essere uomo e l’affascinante sfida di vivere da santo!
[...] Nella vita pratica la fatica di perseverare nel bene e di ritrovare la forza quotidiana in Colui che ci rinnova la sua fiducia, si esprime nella realizzazione delle virtù. Ogni ritratto di santità è un mosaico delle virtù, è un mescolarsi di fede, di speranza e di carità, un pieno di prudenza, di giustizia, di fortezza, di temperanza, un gareggiare tra povertà, castità, obbedienza ed umiltà.

 

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