venerdì 17 gennaio 2014

I 50 anni del Santuario ... preparati da Dio con una lunga storia


Volendo rileggere la nostra storia recente è quasi obbligatorio ripartire
    1. almeno dall’Ordine della Visitazione, le Visitandine, che con santa Margherita Maria Alacoque († 1690) e con altre consorelle (fino al 1942 e al 1977) ha avuto un ruolo molto importante.
    2. da Santa Teresa del Bambino Gesù e del Volto Santo († 1897, a 24 anni)
    3. da Padre Juan González Arintero († 1928, a 68 anni)
    4. da Santa Maria Faustina Kowalska († 1938, a 33 anni)
    5. per arrivare a Madre Speranza († 1983, a 90 anni)
(seguito)
SANTA MARIA FAUSTINA KOWALSKA 1905-1938 († 33 ANNI)
vergine, delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia
Suor Maria Faustina nacque il 25 agosto 1905; il 1° agosto del 1925 entrò nel convento delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia.
Col nome di Suor Maria Faustina trascorse in convento tredici anni nelle diverse case della Congregazione, lavorando come cuoca, giardiniera e portinaia.
La domenica 30 aprile 2000, il Santo Padre Giovanni Paolo II° così delinea la figura di Suor Faustina nella omelia per la cappella papale in occasione della sua canonizzazione.
Suor Maria Faustina, l'apostola della Divina Misericordia, appartiene oggi al gruppo dei santi della Chiesa più conosciuti. Attraverso esempio di perfezione cristiana basata sulla fiducia in Dio e sull'atteggiamento misericordioso verso il prossimo.
Suor Maria Faustina nacque il 25 agosto 1905, terza di dieci figli, da Marianna e Stanislao Kowalski, contadini del villaggio di Głogowiec. Al battesimo nella chiesa parrocchiale di ´Swinice Warckie le fu dato il nome di Elena. Fin dall'infanzia si distinse per l'amore alla preghiera, per la laboriosità, per l'obbedienza e per una grande sensibilità alla povertà umana. All'età di nove anni ricevette la Prima Comunione; fu per lei un'esperienza profonda perché ebbe subito la consapevolezza della presenza dell'Ospite Divino nella sua anima. Frequentò la scuola per appena tre anni scarsi. Ancora adolescente abbandonò la casa dei genitori e andò a servizio presso alcune famiglie benestanti di Aleksandrów, Łód´z e Ostrówek, per mantenersi e per aiutare i genitori.
Fin dal settimo anno di vita sentiva nella sua anima la vocazione religiosa, ma non avendo il consenso dei genitori per entrare in convento, cercava di sopprimerla. Sollecitata poi da una visione di Cristo sofferente, partì per Varsavia dove il 1 agosto del 1925 entrò nel convento delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia. Col nome di Suor Maria Faustina trascorse in convento tredici anni nelle diverse case della Congregazione, soprattutto a Cracovia, Vilno e Płock, lavorando come cuoca, giardiniera e portinaia.
All'esterno nessun segno faceva sospettare la sua vita mistica straordinariamente ricca. Svolgeva con diligenza tutti i lavori, osservava fedelmente le regole religiose, era concentrata, silenziosa e nello stesso tempo piena di amore benevolo e disinteressato. La sua vita apparentemente ordinaria, monotona e grigia nascondeva in sé una profonda e straordinaria unione con Dio.
Alla base della sua spiritualità si trova il mistero della Misericordia Divina che essa meditava nella parola di Dio e contemplava nella quotidianità della sua vita. La conoscenza e la contemplazione del mistero della Misericordia di Dio sviluppavano in lei un atteggiamento di fiducia filiale in Dio e di misericordia verso il prossimo. Scriveva: O mio Gesù, ognuno dei Tuoi santi rispecchia in sé una delle Tue virtù; io desidero rispecchiare il Tuo Cuore compassionevole e pieno di misericordia, voglio glorificarlo. La Tua misericordia, o Gesù, sia impressa sul mio cuore e sulla mia anima come un sigillo e ciò sarà il mio segno distintivo in questa e nell'altra vita. (Q. IV, 7).
Suor Maria Faustina fu una figlia fedele della Chiesa, che essa amava come Madre e come Corpo Mistico di Cristo. Consapevole del suo ruolo nella Chiesa, collaborava con la Misericordia Divina nell'opera della salvezza delle anime perdute. Rispondendo al desiderio e all'esempio di Gesù offriva la sua vita in sacrificio. La sua vita spirituale si caratterizzava inoltre per l'amore all'Eucarestia e per una profonda devozione alla Madre di Dio della Misericordia.
Gli anni della sua vita religiosa abbondarono di grazie straordinarie: le rivelazioni, le visioni, le stigmate nascoste, la partecipazione alla passione del Signore, il dono dell'ubiquità, il dono di leggere nelle anime umane, il dono della profezia e il raro dono del fidanzamento e dello sposalizio mistico. Il contatto vivo con Dio, con la Madonna, con gli angeli, con i santi, con le anime del purgatorio, con tutto il mondo soprannaturale fu per lei non meno reale e concreto di quello che sperimentava con i sensi. Malgrado il dono di tante grazie straordinarie era consapevole che non sono esse a costituire l'essenza della santità. Scriveva nel «Diario»: Né le grazie, né le rivelazioni, né le estasi, né alcun altro dono ad essa elargito la rendono perfetta, ma l'unione intima della mia anima con Dio. I doni sono soltanto un ornamento dell'anima, ma non ne costituiscono la sostanza né la perfezione. La mia santità e perfezione consiste in una stretta unione della mia volontà con la volontà di Dio (Q. III, 28).
Il Signore scelse Suor Maria Faustina come segretaria e apostola della sua misericordia per trasmettere, mediante lei, un grande messaggio al mondo. Nell'Antico Testamento mandai al Mio popolo i profeti con i fulmini. Oggi mando te a tutta l'umanità con la Mia misericordia. Non voglio punire l'umanità sofferente, ma desidero guarirla e stringerla al Mio Cuore misericordioso (Q.V,155).
La missione di Suor Maria Faustina consisteva in tre compiti:
  • Avvicinare e proclamare al mondo la verità rivelata nella Sacra Scrittura sulla Misericordia di Dio per ogni uomo.
  • Implorare la Misericordia Divina per tutto il mondo, soprattutto per i peccatori, in parti-colar modo con le nuove forme di culto della Divina Misericordia indicate da Gesù: l'immagine di Cristo con la scritta: Gesù confido in Te, la festa della Divina Misericordia nella prima domenica dopo Pasqua, la coroncina della Divina Misericordia e la preghiera nell'ora della Divina Misericordia (ore 15). A queste forme di culto e anche alla diffusione dell'adorazione della Misericordia il Signore allegava grandi promesse a condizione dell'affidamento a Dio e della prassi dell'amore attivo per il prossimo.
  • Ispirare un movimento apostolico della Divina Misericordia con il compito di proclamare e implorare la Misericordia Divina per il mondo e di aspirare alla perfezione cristiana sulla via indicata da Suor Maria Faustina. Si tratta della via che prescrive un atteggiamento di fiducia filiale, l'adempimento della volontà di Dio e un atteggiamento di misericordia verso il prossimo.
Oggi questo movimento riunisce nella Chiesa milioni di persone di tutto il mondo: le congregazioni religiose, gli istituti secolari, i sacerdoti, le confraternite, le associazioni, le diverse comunità degli apostoli della Divina Misericordia e le persone singole che intraprendono i compiti che il Signore ha trasmesso a Suor Maria Faustina.
La missione di Suor Maria Faustina è stata descritta nel «Diario» che lei redigeva seguendo il desiderio di Gesù e i suggerimenti dei padri confessori, annotando fedelmente tutte le parole di Gesù e rivelando il contatto della sua anima con lui. Il Signore diceva a Faustina: Segretaria del Mio mistero più profondo, ... il tuo compito più profondo è di scrivere tutto ciò che ti faccio conoscere sulla Mia misericordia, per il bene delle anime che leggendo questi scritti proveranno un conforto interiore e saranno incoraggiate ad avvicinarsi a Me (Q. VI, 67). Quest'opera infatti avvicina in modo straordinario il mistero della Misericordia Divina; «Il Diario» affascina non soltanto la gente comune ma anche i ricercatori che scoprono in esso una fonte supplementare per le loro ricerche teologiche. «Il Diario» è stato tradotto in varie lingue, tra cui inglese, francese, italiano, tedesco, spagnolo, portoghese, russo, ceco, slovacco e arabo.
Suor Maria Faustina, distrutta dalla malattia e dalle varie sofferenze che sopportava volentieri come sacrificio per i peccatori, nella pienezza della maturità spirituale e misticamente unita a Dio, morì a Cracovia il 5 ottobre 1938 all'età di appena 33 anni. La fama della santità della sua vita crebbe insieme alla diffusione del culto alla Divina Misericordia sulla scia delle grazie ottenute tramite la sua intercessione. Negli anni 1965-67 si svolse a Cracovia il processo informativo relativo alla sua vita e alle sue virtù e nel 1968 iniziò a Roma il processo di beatificazione che si concluse nel dicembre del 1992. Fu beatificata da Giovanni Paolo II in piazza San Pietro a Roma, il 18 aprile 1993. Le reliquie di Suor Faustina si trovano nel santuario della Divina Misericordia a Cracovia-Łagiewniki.
PER ARRIVARE A MADRE SPERANZA 1893-1983 († 90 ANNI)
Da quanto ci risulta sembra che né la religiosa Visitandina Suor Maria Teresa Desandais né il Padre Arintero avessero conosciuto Suor Maria Faustina Kowalska (1905-1938), religiosa in Polonia tra le Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia, morta a soli 33 anni, dopo soli 13 anni di vita religiosa e canonizzata nel 2000. Una religiosa di alta esperienza mistica e che ha avuto un ruolo notevolmente importante e decisivo per la devozione e il culto della Divina Misericordia.
Ci risulta invece che Madre Speranza, almeno nel 1959, avesse una buona conoscenza della santa vita di questa suora Polacca, pur non avendola incontrata in vita, per il fatto che "agli ultimi del 1959 Mons. Pedroni venne a Collevalenza insieme a Mons. Desckur il quale conferì con la Madre sulla devozione diffusa da Suor Faustina, per la quale era fermo da tempo il processo di canonizzazione; la Madre aveva una buona conoscenza della cosa al punto da poter dare a Mons. Desckur qualche suggerimento (risultato poi utile) su gli scritti originali della suora. (Doc C105 158 del 27/02/1960). Così pure ci risulta che per la festa di Cristo Re nel 1964 venne a Collevalenza anche l’allora vescovo Karol Wojtyla il quale ebbe un colloquio con madre Speranza di più di mezz’ora proprio sulle vicende e la santità di vita di Suor Faustina.
Invece sappiamo qualche cosa, anche se poco, circa la relazione tra il P. Arintero e M. Speranza1. Comunque i documenti sui quali fino ad ora possiamo contare sono più che sufficienti per provare la tesi dello stretto legame tra i due, o meglio, tra l'Opera dell'Amore Misericordioso (O.A.M) e il progredire di questa attraverso la persona di M. Speranza e le sue Istituzioni.
Nel suo Diario Madre Speranza ci rivela per gradi il progetto di Dio su di lei e l'accoglienza e la risposta che ella ha dato a tale divino progetto.
Il diario incomincia così: "Nell'anno 1927, quando ero religiosa della Congregazione di Maria Immacolata, il 30 ottobre, il buon Gesù mi chiede che mi dedichi totalmente e con intensità a lavorare insieme al P. Arintero religioso domenicano, di far conoscere la devozione all'Amore Misericordioso; io già da qualche tempo lavoravo con detto Padre, però con l'ordine da parte del mio Direttore che nessuno sapesse che io ero unita a quel Padre in quel lavoro, neppure i miei Superiori; e lo stesso P. Antonio Naval espose al P. Arintero il suo desiderio che nessuno venisse a sapere che io collaboravo con lui in quel lavoro"2. Molto importante e decisiva deve essere stata l'influenza del P. Arintero nella vita di Madre Speranza, dato che proprio nelle prime pagine del suo diario comincia a parlare di lui e dell'Opera dell'Amore Misericordioso.
Siamo agli inizi dell’anno 1928; Madre Speranza dice di sentire un pressante invito del Signore, che però ancora non comprende: "Ho trascorso questa notte distratta e il buon Gesù mi ha detto che desidera valersi di me per grandi cose. Io gli ho risposto che, con la sua grazia, sono disposta a tutto quanto Egli decida, ma che io mi sento molto inutile e incapace di fare qualcosa di buono. Egli mi ha risposto che é così, ma che si vuole servire della mia incapacità affinché si possa vedere meglio che é Lui che fa cose tanto grandi per la sua Chiesa e le anime. Che vorrà il Signore da me?"3.
Che vorrà il Signore da me? In quel tempo la Madre sospettava che il P. Naval "avrebbe posto fine (alla cosa) dicendomi di non comunicare più con quel Padre (Arintero); cosa certamente più gradita alla mia natura. Specialmente da quando la Marchesa de Almaguer mi ha comunicato che forse non si potrà più lavorare per la diffusione della devozione all'A.M., essendo questa una devozione nuova che la Chiesa non approva "4.
Perché mai il P. Naval aveva tanto interesse che nessuno sapesse di quella relazione con il P. Arintero? La stessa Madre confessa che le sembravano ingiusti alcuni ordini dati dal suo direttore spirituale e più di una volta si sentì tentata di non farsi più dirigere da lui. D'altra parte sappiamo che il P. Naval appoggiava questa collaborazione; quindi il perché del silenzio da lui richiesto non deve essere cercato in motivi personali, in una posizione di confronto con il P. Arintero, ma piuttosto nel timore che l'O.A.M. fallisse da un momento all'altro (come aveva comunicato la Marchesa de Almaguer) e, con quella, anche il proprio prestigio come direttore di anime. In sostanza, il P. Naval temeva il proprio insuccesso. La Madre non nasconde la sua meraviglia e gli dice: "mi sorprende e aumenta la mia tristezza il fatto che Lei abbia avuto tanto interesse che i miei Superiori non venissero a conoscenza del mio lavoro con il P. Arintero". Quali supposizioni ho fatto, Padre mio, oggi su questo, chiedendomi: "il Padre temeva il proprio insuccesso per avermi incaricata di lavorare con il P. Arintero e qui sta il motivo della cautela del mio Padre spirituale" 5.
Era ben lontana dal sapere che, poche ore dopo aver scritto questa frase rivelatrice, sarebbe morto santamente il P. Arintero. Durante gli otto anni che seguirono questa morte, la devozione all'Amore Misericordioso e la sua dottrina si diffusero in vari paesi, non soltanto in Europa ma anche in America e in Africa. A motivo di alcune presunte proibizioni (che non é il caso qui di commentare), fu sospesa la propaganda dell'O.A.M., che in apparenza scomparve. Molti credettero perfino che il P. Arintero fosse fallito nella sua ultima e più amata iniziativa apostolica. La realtà era un'altra, ben diversa. Nessuno sospettava che l'Amore Misericordioso per far progredire questa opera avrebbe scelto ora la Madre Speranza di Gesù. Il Signore l'aveva preparata, attraverso una dolorosa via crucis, ad assumere quella preziosa missione nella Chiesa: rivelare al mondo intero che Dio é "Amore Misericordioso" Questo messaggio costituirà il centro vitale del suo carisma.
Di rado il Signore ci fa conoscere in una sola volta ciò che vuole da noi. Spesso la sua volontà ci si manifesta progressivamente, o perché sa che non possiamo ricevere tutto in una volta, o perché gode di questo farci penetrare in Lui. C'é un testo prezioso nel diario di M. Speranza che riflette questa attitudine al rapimento in Dio: "Io non so se sarà una ilusione, però mi sembra che amo il buon Gesù più di prima; ci sono momenti, Padre mio, che mi sembra di sentire nella mia anima un movimento interiore che la trasporta a Lui, staccandola dalle cose che non sono Lui, e infondendo in me una sete ardente di sofrire con Lui, e attendendo con ansia che giunga il momento che Egli mi chieda di fare quel lavoro che vuole che faccia aiutata da Lui. Che lavoro sarà? Mi creda, Padre, io non desidero altro che far piacere al Buon Gesù e sottomettermi in tutto e per tutto alla sua divina volontà"6.
Verso la fine di marzo del 1929, Madre Speranza aveva ormai una chiara conoscenza del suo "lavoro". Ancora religiosa clarettiana incomincia a scrivere le Costituzioni, con le quali, più tardi, si sarebbero governate le sue due Congregazioni. Nella notte di Natale, 24 dicembre 1930, nasce per la Chiesa la Congregazione delle Ancelle dell'Amore Misericordioso. Il 24 febbraio 1951 comprende che il Signore desidera la fondazione dei Figli dell'Amore Misericordioso e, appena sei mesi più tardi, in un luminoso 15 agosto, fonda in Roma questa Congregazione. Il grano non può essere ammucchiato... e, tre giorni dopo, insieme con alcune Ancelle, si trasferisce a Collevalenza. Nel 1955 costruisce il Santuario e, mentre aumentano i religiosi di entrambe le Congregazioni e si moltiplicano le fondazioni, Madre Speranza porta a compimento la costruzione del grande complesso di Collevalenza.
Vediamo ora un ipotetico itinerario che può essere stato seguito dalla Madre Speranza per una conoscenza dell'Immagine dell'Amore Misericordioso.
Nella prima lettera che la M. Maddalena del Cuore di Gesù scrive al p. Arintero il 3 febbraio 1922, gli comunica che: "Tutti gli scritti (della M. M. Teresa Desandais) girano intorno o si ispirano ad un Cristo, che le accludo, "L'Amore Misericordioso". L'Amore divino che ci rivela la Croce, il divin Cuore e l'Eucarestia (...). La religiosa ha ricevuto ispirazione solo per l'espressione, cioè per il volto. Che é Divino. Un giovane artista, m. St Jean, ha dovuto correggere i difetti anatomici del corpo. Il Signore vuole inoltre che le sue braccia siano perfettamente tese verso l'Umanità e così quasi perpendicolari. L'immagine si va completando poco a poco; quella che le accludo ancora non possiede gli ultimi dettagli. I raggi della luce, o Misericordia, cadono su di un libro dei Vangeli. Il Vangelo dell'Amore"7.
Il P. Arintero riceve notizia del Cristo dell'Amore Misericordioso nel febbraio 1922; quando M. Speranza? Quasi con totale certezza non prima di settembre del 1923, data in cui la rivista la Vita Soprannaturale riprodusse, per la prima volta, l'immagine dipinta dalla religiosa della Visitazione in calce ad uno dei suoi articoli, intitolato "La divina realtà"8.
Nelle due Congregazioni fondate da M. Speranza - e nel Santuario di Collevalenza - i simboli usati per rappresentare sia l'Amore Misericordioso che la Vergine Mediatrice sono, in realtà, gli stessi che usava l'O.A.M... Non possiamo fare qui la storia di entrambe le immagini, ma indicherò come primizia alcuni dati che ci aiuteranno a comprendere la sua ulteriore evoluzione. In questo articolo mi limiterò all'immagine del Cristo.
Possediamo una "Autobiografia di P.M. Sulamitis" la quale rivela quanto segue: "Nel febbraio del 1904, in uno dei momenti del Signore, ebbi la prima visione di ciò che Egli voleva che io facessi: una Immagine del suo Crocifisso, con il suo Cuore, e che aveva l'Offerta nella parte sottostante (...) Ella (usa parlare di se stessa in terza persona) quando vedeva un Crocifisso aveva l'impressione di sentire dentro di sé: "Sono Io vivente che mi offro nell'Ostia... lì sta la maggiore manifestazione del mio Amore. Quando riceveva la Comunione era come avvicinarsi al Calvario e la vista o il pensiero del Sacro Cuore la portava al Calvario e all'Altare"9.
Un Cristo Sacro Cuore
Nel natale del 1912 dipinse la prima immagine con gli attributi caratteristici dell'Amore Misericordioso. Nel gennaio 1913 iniziò il suo grande quadro ad olio per il chiostro del monastero di Dreux: di questo dipinto dice che: "Monsignore lo benedisse nella sua prima visita e lodò l'idea di un Cristo Sacro Cuore. Concesse indulgenze e tutti coloro che avrebbero guardato con venerazione questo quadro e la sua riproduzione e si fecero i primi santini"
10. Fino al 1916 non aggiunse la corona ai piedi di Gesù; aveva infatti dipinto soltanto delle fiamme come di un focolare - in conformità alla visione che aveva avuto.
Dipinse anche espressamente un altro quadro per Juana Lacasa Moreno, la principale collaboratrice del P. Arintero nell'O.A.M., e che costituisce un autentico punto di riferimento per valutare la portata e l'influsso dell'Opera in tutti gli ambienti sociali della geografia spagnola. Il ruolo da lei svolto nell'O.A.M. ancora deve essere studiato, però indiscutibilmente può essere riconosciuto pari, - e forse anche superiore - a quello attribuito al P. Arintero. Non conosciamo la data esatta in cui fu inviato il dipinto a olio, forse verso la fine del 1926; certamente se ne hanno abbondanti notizie già nel 1927 e nel 1928.
Avendo avuto l'opportunità di consultare i documenti privati scritti da Carmen e Pilar Moreno Lacasa, possiamo offrire la seguente informazione circa questo prezioso quadro - oggi in possesso della famiglia di Juana Lacasa. "Era tanto straordinario l'apostolato che realizzava, che la Visitandina le volle fare dono di questo quadro che inviò direttamente dalla Francia a Montalbán. In questa immagine é completata solo la testa, il busto é appena abbozzato. Lo sguardo manifesta soltanto amore, perdono e misericordia... Non esprime sofferenza; sembra che stia pronunciando le parole "Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno"... Con l'arrivo di questo quadro aumentò la propaganda; continuamente venivano a vederlo nella nostra casa di Montalbán e, di conseguenza, ella non si sottrasse a nulla: il Quadro viaggiò per tutta la Spagna con lei, che lo portò nei conventi, nei collegi, nelle parrocchie, ecc.".
In nessun modo ella intendeva costituirsi prima depositaria del simbolismo dell'immagine dell'Amore Misericordioso, sappiamo infatti che alle prime suore della Congregazione regalava medaglie dell'O.A.M. (con su una faccia il Cristo e sull'altra Maria Mediatrice) e tutte conoscevano il quadro di Atocha e quello di Juana Lacasa.
Madre Speranza, ora fondatrice della nuova Congregazione, sente che il buon Gesù vuole essere raffigurato con quei simboli già conosciuti dell’Amore Misericordioso, ordina la nuova scultura, consapevole di essere debitrice di una spiritualità e dei simboli di una Immagine che la precedevano, ma preoccupata che la nuova Immagine esprimesse - più che la sofferenza - grande serenità, fiducia, come se stesse pronunciando le parole: Padre, perdonali ... In seguito ripeterà più volte alle sue figlie queste parole: "Mettiamo speciale interesse nel far comprendere ai nostri fratelli che Gesù è per tutti un Padre pieno di bontà, che ci ama con un amore infinito, che non fa distinzioni. L'uomo più perverso, il più miserabile e anche il più abbandonato è amato con immensa tenerezza da Gesù che è per lui un padre e una tenera madre"15.
Giovanni Paolo II, in occasione del suo pellegrinaggio al santuario dell'Amore Misericordioso, ci ricorda che: "Non è possibile essere araldi della misericordia senza l'assimilazione intensa del senso e del valore delle estreme donazioni di un amore divino infinitamente più potente della morte: il crocifisso e l'Eucarestia"16.


E in un altro documento: "fece fare una custodia speciale per poterlo trasportare con facilità e fu così che questo Quadro, come un pellegrino, raggiunse famiglie, conventi, chiese, locali, ecc.".
Si conservano nell'archivio del P. Arintero un paio di documenti (non datati) scritti da Juana Lacasa nei quali c'é una lunga lista di nomi di prelati – spagnoli e stranieri - personalità ecclesiastiche, superiori maggiori di congregazioni religiose, ecc. che conobbero il Quadro11. Nella relazione sulle comunità religiose che l'hanno visto leggiamo: "il convento delle Madri di Vicálvaro, dove si trovava allora Madre Speranza, amica della Marchesa di Zahara". Pertanto il documento in questione può essere datato dopo il 1928-1930.
Le due lettere del P. Arintero a Juana fanno menzione di quanto abbiamo detto: "Mi rallegro che la chiamino nelle Comunità; è lì dove può produrre maggior frutto che poi si espanda" e "approvo che stabilisca determinati giorni per ricevere, afinché le rimanga tempo per i suoi doveri e per... tradurre, correggere e divulgare"12.
La Madre conobbe questo quadro, del quale furono fatte un gran numero di fotografie di vari tipi e grandezze, come pure varie riproduzioni in semplici santini. Nella cartolina che scrisse a Juana Lacasa il 3 luglio 1928, la Marchesa di Zahara le dice: "Cara amica, scusami se così tardi mando a prendere il quadro dell'Amore Misericordioso, ma questo pomeriggio non mi é stato possibile. Mando i 20 duri che mi pare di aver sentito che costa la fotografia, ma mi deve dire cosa le devo per il quadro, cioè per la cornice"13. Sulla parte superiore di questa cartolina Juana Lacasa scrive: "Regalo della Marchesa de Zahara a M. Speranza perché lo ponga nella cappella" (a quel tempo la Madre già si trovava destinata in via Toledo, 143).
Un'altra immagine dell'Amore Misericordioso che conobbe e venerò la Madre é quella della Basilica di Atocha, inaugurata solennemente al pubblico nella festa di Cristo Re, 26 settembre 1927. Opera anche questa eseguita dalla M. M. Teresa Desandais, questa volta per incarico dei Padri Domenicani.
Forse a qualcuno farà meraviglia il seguente testo scritto nel dicembre 1930 da Madre Speranza: "Nella cappella di Gómez Herrero Gesù mi fece conoscere come voleva che facessi l'immagine del suo Amore Misericordioso, i simboli che doveva portare e immediatamente andai a commisionarla allo scultore Cullot Valera, mio parente, e questo interpretò bene l'idea e mi chiese per farla 15.000 ptas. "14
 


Nessun commento:

Posta un commento