Cattedra di San Pietro Apostolo, festa
Meditazione del giornoSan Leone Magno (?-ca 461), papa e dottore della Chiesa
Discorso nell’anniversario della sua elezione, 4, 2-3 CCL 138, 18-20
« Su questa pietra edificherò la mia Chiesa»
Nulla sfuggiva alla sapienza e alla potenza di Cristo: gli elementi
della natura erano a suo servizio, gli spiriti gli obbedivano, gli
angeli lo servivano… Eppure tra tutti gli uomini, solo Pietro viene
scelto per essere il primo a chiamare tutte le genti alla salvezza e per
essere il capo di tutti gli apostoli e di tutti i Padri della Chiesa.
Nel popolo di Dio sono molti i sacerdoti e i pastori, ma la vera guida
di tutti è Pietro, sotto la scorta suprema di Cristo...
A tutti gli apostoli il Signore domanda che cosa gli uomini pensino di lui e tutti danno la stessa risposta, che è l’espressione ambigua della comune ignoranza umana. Ma quando gli apostoli sono interpellati sulla loro opinione personale, allora il primo a professare la fede nel Signore è colui che è primo anche nella dignità apostolica. Egli dice: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”, e Gesù gli risponde: “Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli”. Ciò significa: tu sei beato perché il Padre mio ti ha ammaestrato, e non ti sei lasciato ingannare da opinioni umane, ma sei stato istruito da un’ispirazione celeste. La mia identità non te l’ha rivelata la carne e il sangue, ma colui del quale io sono il Figlio unigenito.
Gesù continua: “E io ti dico”: cioè come il Padre mio ti ha rivelato la mia divinità, così io ti manifesto la tua dignità. “Tu sei Pietro”. Cioè: se io sono la pietra inviolabile, “la pietra angolare che ha fatto dei due un popolo solo” (Ef 2,20.14), il fondamento che nessuno può sostituire (1 Cor 3,11), anche tu sei pietra, perché la mia forza ti rende saldo. Così la mia prerogativa personale è comunicata anche a te per partecipazione. “E su questa pietra edificherò la mia Chiesa”. Cioè, su questa solida base voglio costruire il mio tempio eterno. La mia Chiesa, destinata a innalzarsi fino al cielo, dovrà poggiare sulla solidità di questa fede.
A tutti gli apostoli il Signore domanda che cosa gli uomini pensino di lui e tutti danno la stessa risposta, che è l’espressione ambigua della comune ignoranza umana. Ma quando gli apostoli sono interpellati sulla loro opinione personale, allora il primo a professare la fede nel Signore è colui che è primo anche nella dignità apostolica. Egli dice: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”, e Gesù gli risponde: “Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli”. Ciò significa: tu sei beato perché il Padre mio ti ha ammaestrato, e non ti sei lasciato ingannare da opinioni umane, ma sei stato istruito da un’ispirazione celeste. La mia identità non te l’ha rivelata la carne e il sangue, ma colui del quale io sono il Figlio unigenito.
Gesù continua: “E io ti dico”: cioè come il Padre mio ti ha rivelato la mia divinità, così io ti manifesto la tua dignità. “Tu sei Pietro”. Cioè: se io sono la pietra inviolabile, “la pietra angolare che ha fatto dei due un popolo solo” (Ef 2,20.14), il fondamento che nessuno può sostituire (1 Cor 3,11), anche tu sei pietra, perché la mia forza ti rende saldo. Così la mia prerogativa personale è comunicata anche a te per partecipazione. “E su questa pietra edificherò la mia Chiesa”. Cioè, su questa solida base voglio costruire il mio tempio eterno. La mia Chiesa, destinata a innalzarsi fino al cielo, dovrà poggiare sulla solidità di questa fede.
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