L'Inferno ci da una misura evidente della malizia del peccato. Noi, che normalmente siamo dominati dal mondo sensibile, tendiamo quasi senza accorgerci, a giudicare il peccato comparandolo alle cose della nostra esperienza: e il giudizio che diamo risulta del tutto sbagliato. Il peccato, occorre ribadire, è un’offesa fatta a Dio; e solo quando cerchiamo di raffigurarci la pena come conseguenza del peccato, che è l’inferno, solo allora possiamo acquistare una conoscenza più viva e più efficace sul nostro comportamento umano. L’inferno, dunque, ci fa capire paradossalmente il peccato.
Pensare che solo lo slancio di amore sia sufficiente all’uomo per realizzare il bene e fuggire il male, significa non comprendere appieno la natura umana.
Per quanto incredibile possa sembrare l’affermazione che l’inferno è opera di giustizia e anche opera di amore, è certamente vera. Vera perché Dio, secondo la rivelazione di Giovanni, è amore; perciò nulla viene da Dio che non proceda dall'amore. Non per nulla il divino poeta ricorda, all'entrare dell'Inferno, che esso fu fatto dalla giustizia divina, ma anche dal "primo amore".
L'Inferno ci dimostra che l'amore di Dio per noi è una cosa seria, perché l'amore non corrisposto ha una punizione superiore a ogni immaginazione.
La vita dell'uomo, di ogni uomo, è una cosa terribilmente seria, poiché si risolve in un unico fondamentale rapporto, quello con l'Assoluto, con Dio. E tale rapporto è ancora più serio, poiché è un rapporto di amore, e l'amore è cosa seria, e implacabile come la morte. Come si potrebbe affermare che l’Amore di Dio per l’uomo è una cosa serie se fosse indifferente alla risposta dell’uomo? Se Dio per assurdo accettasse il nostro "no" al Suo Amore come un "si". Poiché l'Inferno è appunto questo "no" dell'uomo, che si estende senza fine, sbarrando per sempre quel "si" che gli donerebbe la libertà e la salvezza.
Se la meditazione dell’inferno turba il nostro spirito e ci mette in ansietà, pensando alla nostra debolezza, dobbiamo rinfrancarci pensando che Gesù si è fatto uomo per salvarci dall'Inferno, e che ci ha raccomandato di sperare in Lui. Dobbiamo sperare nella nostra salvezza e questa speranza non è un’ipotesi, ma è fermezza, perché fondata non su di noi, ma soltanto su Gesù, che si è fatto uomo proprio per salvarci. E sulla fede e sulla speranza si accenderà forse proprio anche in grazia della meditazione sull'Inferno il più ardente l'amore. Quell'amore travolgente che ci fa rafforzare il proposito di non peccare e il proposito di essere fedeli all'Amore.
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