venerdì 21 febbraio 2014

Paradiso


 


Verità trascendentale

Il cammino che stiamo per intraprendere è entusiasmante perché ti porterà a scoprire gradatamente quelle verità che scioglieranno i dubbi che forse celavi segretamente nel tuo cuore. Cercheremo di rispondere alle domande: Il Paradiso esiste? Come è possibile andarci? Esiste un tribunale di Dio ed un suo Giudizio ultimo? Alcuni Santi e Mistici ebbero la visione del Paradiso?


Note introduttive

Ogni persona umana cerca di completare e superare i propri limiti nell’aprirsi a quella realtà che ritiene capace di elevarlo alla purezza della gioia e dell’amore. La ragione può partecipare a questo movimento ascensionale solo se si lascia afferrare dalla tensione verso l’Assoluto. Del resto in ognuno di noi c’è la nostalgia del Paradiso perduto che tormenta e alimenta la tensione che si fa speranza. Il volto nascosto dell'Amore invia i suoi segnali anche attraverso le bellezze del creato e la presenza di Dio, occorre ammetterlo, è il fondamento del nostro esistere. Il flusso di energia che Lui emana lo possiamo scoprire dentro di noi e qualsiasi smarrimento pur se grave può essere colmato dalla Sua Parola.

Sovente l’uomo nega la trascendenza di Dio per affermare la propria immanenza, così si segrega nella caverna della menzogna e si rende incapace non solo di conoscere la verità, ma di cercare solo in se stesso entrando nel vortice del male.
Ebbene, negare l’esistenza di Dio induce inevitabilmente pensare a nulla, quel nulla spontaneamente pensato come vuoto di tutto. Uno spazio nero e vuoto posto dentro la nostra fantasia che è pure un qualcosa di ben organizzato. Il vero nulla, difatti, è tutt’altra cosa: è assenza di tutto anche del tuo pensiero.
La ragione, quindi, ha dei precisi confini, difatti non può uscire da se stessa per entrare nel nulla perché non è stata creata per pensare al nulla ma a ciò che esiste. Lo stesso nostro sguardo non si rassegna a osservare il nulla che sta dietro e di fronte agli attimi che ci sono da vivere, ma ardisce volgersi al di là del tempo che consuma. Ciò che inquieta l’essere umano non è dato dalla domanda esistenziale sull’immortalità dell’anima ma: che sarà di me dopo la mia morte?

Capire come si svolge la nostra esistenza non è sufficiente, più importante è chiedersi: perché? Un interrogativo al quale non può rispondere la scienza perché la trascende e oltrepassa la stessa materia con cui è strutturato l’universo.
La ragione riconosce che infinite realtà la sorpassano, ma i corpi, il firmamento, la Terra non vale come il più piccolo degli intelletti, difatti, da tutti questi corpi non è possibile far uscire un pur piccolo pensiero. In questo consiste la nostra dignità intellettuale.

Il senso del mondo come delle cose non è racchiuso dentro di noi, nello sguardo che le contempla, nel cuore che le ama, piuttosto sta nel cogliere le note di bellezza nell’urlo del vento, nel canto degli uccelli, nel respiro del mare, nel volo dell’aquila, nel brillare delle stelle. Dio si manifesta in modo così imperioso da abbagliare la vista e renderci talvolta ciechi.
La presenza di Dio è veramente indispensabile per rispondere agli interrogativi posti dal dolore, dalla presenza della morte, del bene, del male, del significato vero dell’esistere. E la risposta che Dio dà è incisa nella libertà dell’uomo, o per meglio dire nel suo libero arbitrio.

Sperare in una esistenza che permane oltre la morte e per l’eternità, è il dono offerto da una Parola che ci dice: "Tu non morrai". Lui è stato più forte della morte avendola combattuta e sconfitta.

Accettare la Parola del Maestro divino è una scelta logica che apre le porte alla fede e Gesù, attraverso la fede, ci porta con sé nel cielo di Dio. Là ci fa gustare la gioia inebriante di volare nella verità senza ombre né incertezze. Parole impresse nel Vangelo e arrivate sino a noi per svelarci una realtà ultima nella quale ci può essere un gaudio eterno in Paradiso, espiazione temporanea nel Purgatorio, una dannazione eterna nell'Inferno. E chi poteva svelarlo se non Colui che è l'Alfa e l'Omega, il Principio e il Fine di tutte le cose visibili e invisili che si perdono nell'Eterno. A noi scegliere attraverso un comportamento morale dove porre la nostra futura dimora.

Molti di quelli che dormono nella regione della polvere si risveglieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e per l’infamia eterna. I saggi risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre (Dn 12,2-3).

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