È
vero che non possiamo dimenticare che la natura umana è piena di
miserie e di debolezze e che tante volte ci sentiamo sopraffatti dalla
violenza del male che ci circonda, ma è anche vero che il Signore ci
viene incontro con la sua “grazia”, la quale ci aiuta ad orientare
tutta la nostra vita verso di Lui e a renderci capaci di accogliere il
suo dono dentro di noi. Tale “grazia” ci viene offerta soprattutto
mediante i sacramenti, che sono mezzi necessari di santificazione e di
vita interiore. Troppo spesso noi ci rifiutiamo di valorizzare le grandi
ricchezze, che ci vengono offerte attraverso i canali della grazia e
che sono tutti doni straordinari di Dio-Amore per noi. Oh! Se ci
servissimo con più fiducia della “Riconciliazione”, ossia di questo
Sacramento, che ci ridona l’amicizia di Dio e ci rimette in pace con i
fratelli! Oh! Se vivessimo con più intensità l’Eucarestia, come la vita
di tutti gli uomini sarebbe ben diversa sulla terra e ci sentiremmo
figli dell’Eterno Padre, fratelli in Cristo Gesù, tutti orientati verso
l’ideale di “un cuor solo ed un’anima sola”! E allora che fare?
Ascoltiamo la parola del precursore del Signore: “Convertitevi”,
cambiate vita, diventate creature nuove, fate della vostra vita un dono
di salvezza per glia altri, date gloria a Dio, date un significato nuovo
a tutta la vostra esistenza. Dobbiamo costruire insieme il regno di Dio
e collaborare alla realizzazione di una fratellanza universale;
dobbiamo lottare, tutti uniti, contro le insidie del diavolo e per una
cultura di vita.
Dobbiamo
liberarci del nostro egoismo e delle nostre beghe personali, dobbiamo
dare spazio, dentro di noi, alla comprensione e alla carità fraterna.
Dobbiamo saperci perdonare a vicenda e mettere in pratica il programma
evangelico del Poverello di Assisi:
Signore, fa di me
uno strumento della tua pace:
Dove c’è odio, io porti l’amore.
Dove c’è offesa,
io porti il perdono.
Dove c’è discordia,
io porti l’unione.
Dove c’è errore,
io porti la verità.
Dove c’è dubbio,
io porti la fede.
Dove c’è disperazione,
io porti la speranza.
Dove ci sono le tenebre,
io porti la luce.
Dove c’è tristezza,
io porti la gioia.
O Divino Maestro,
ch’io non cerchi tanto
di essere consolato,
quanto di consolare.
Di essere compreso,
quanto di comprendere.
Di essere amato,
quanto di amare.
Infatti, dando, si riceve.
Dimenticandosi,
si trova comprensione.
Perdonando,
si è perdonati.
Morendo, si risuscita
alla vita.
Solo così saremo tutti liberi dentro di noi e capaci di liberare veramente i nostri fratelli.
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