venerdì 27 dicembre 2013

Dopo la morte ci sarà un’altra vita?


 

di Padre Raimondo Marchioro
 
Per rispondere sperimentalmente a questa domanda bisognerebbe morire e poi risorgere, cioè ritornare in questa vita per riferire ciò che esiste nell’altra. Ora tutti gli uomini che sono morti, non sono più ritornati in questo mondo, eccetto uno, Gesù Cristo, che non è solo un uomo, ma è anche Dio e per questo meritano fiducia le sue affermazioni.
Gesù Cristo infatti è morto, è rimasto tre giorni nella tomba e poi è risorto.
Ebbene, che cosa ha detto Gesù Cristo circa la nostra sorte dopo la morte? Gesù Cristo ha affermato che dopo la morte ci sarà un’altra vita, che durerà per sempre. Non sappiamo come sarà questa vita, perché non ce l’ha riferito: ha detto solo questa vita sarà eternamente felice per i buoni (per coloro che muoiono in grazia di Dio), eternamente infelice per i cattivi (per coloro che muoiono in peccato mortale).
Ascoltiamo direttamente le parole di Gesù.
«In verità, in verità vi dico: “Chi ascolta la mia parola e crede in colui che mi ha mandato, ha la vita eterna, non va in giudizio, ma passa da morte a vita”» (Gv. 5, 24).
Io sono il pane vivo disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane, vivrà in eterno» (Gv. 6, 51).
«Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, ha la vita eterna, ed io lo risusciterò nell’ultimo giorno» (Gv. 6, 54).
«Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se morto, vivrà; e chi vive e crede in me non morrà in eterno» (Gv. 11, 25-26).
«La volontà del Padre mio è che chiunque conosce il Figlio e crede in Lui, abbia la vita eterna; ed io lo risusciterò nell’ultimo giorno» (Gv. 6, 40).
«Quanto pio alla risurrezione dei morti, non aveva letto ciò che Dio disse? “Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe?”. Non è il Dio dei morti, ma dei vivi…» (Mt. 22, 31-32).
«Andate lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per gli angeli suoi.
…E costoro andranno all’eterno supplizio, i giusti invece alla vita eterna» (Mt. 25, 41, 46).
«Non vi meravigliate di questo, perché viene l’ora in cui tutti quelli che sono nei sepolcri udranno la sua voce, e quelli che hanno operato il bene ne usciranno per la risurrezione della vita; quelli, invece, che fecero il male, per la risurrezione della condanna» (Gv. 5, 28-29).
«Oggi sarai con me in Paradiso» (Lc. 23, 43).
Gli Apostoli e la Chiesa hanno sempre insegnato la dottrina di Gesù.
La morte consiste nella separazione dell’anima dal corpo, il quale, separato dall’anima, si dissolve nei suoi elementi; l’anima invece, separata dal corpo, continuerà a vivere in Paradiso o in Purgatorio o all’Inferno, secondo i meriti acquistati fino al momento della partenza da questo mondo.
Subito dopo la morte ci sarà il giudizio particolare, che è il rendiconto della propria vita, che ogni uomo deve dare a Dio, Signore e Giudice supremo, per riceverne, secondo i meriti, il premio o il castigo.
La morte corporale è conseguenza del peccato originale; è una legge universale a cui volle assoggettarsi anche Gesù.
La morte inoltre è il termine non solo della vita terrena (e l’inizio della futura), ma anche del tempo utile per meritare, per cui il giudizio particolare deciderà inesorabilmente della sorte dell’uomo per tutta l’eternità.
Alla fine dei secoli ci sarà la resurrezione dei corpi, i quali si uniranno alle relative anime, insieme, per sempre, o godranno il premio eterno o subiranno il castigo eterno.

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